Sicurezza in sala parto: l’ISUOG raccomanda l’ecografia
Per la Società Internazionale di Ecografia Ostetrica e Ginecologica l’esame è una best practice ai fini del monitoraggio del travaglio perché consente di ridurre i margini di errore. SensUS Touch di Amolab permette di misurare in modo automatico, oggettivo e affidabile i principali parametri di progressione fetale
Arriva dall’ISUOG, la Società Internazionale di Ecografia Ostetrica e Ginecologica, la raccomandazione per l’uso dell’ecografia in sala parto per gestire al meglio la fase del travaglio e ridurre al minimo i possibili margini di errore al fine di garantire sicurezza e benessere sia alla partoriente che al nascituro.
Per l’International Society of Ultrasound in Obstetrics and Gynecology, organizzazione scientifica che promuove la sicurezza nella pratica clinica, istruzione e ricerca di alta qualità nell’ambito della diagnostica per immagini per la salute della donna, l’esame ecografico in sala parto è una “best practice” essendo uno standard clinico universalmente condiviso nell’ambito della diagnostica per immagini.
“La raccomandazione è contenuta nelle linee guida dell’ISUOG, pubblicate nel 2018, secondo cui l’ecografia in sala parto è fortemente consigliata per gestire al meglio il travaglio”, spiega la Dottoressa Elisa Reho, Clinical specialist di Amolab. “Diversi studi hanno dimostrato che l’esame ecografico è più accurato e riproducibile rispetto alla sola valutazione clinica per la diagnosi di posizione e stazione fetale”, prosegue. “La società, inoltre, invita ad utilizzare l’ecografia intraparto quando c’è la necessità di decidere tra un parto operativo vaginale e un taglio cesareo nel secondo stadio: questa è una delle situazioni più critiche in cui bisogna prendere le scelte giuste e la sola valutazione clinica può non essere sufficiente. aggiunge. “Con l’ecografia intraparto, medici e ostetriche possono contare su un valido supporto nella loro pratica”, va avanti.
“Analoga raccomandazione all’uso dell’ecografia in sala parto, è arrivata nel 2020 dal Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (RCOG), tutte le volte in cui gli operatori sono incerti nelle valutazioni”, conclude la Dottoressa Reho.
Di recente, la cronaca ha raccontato casi di malasanità, legati a errori nella fase del monitoraggio del travaglio. L’ultimo arriva dalla provincia di Brescia: il 14 febbraio 2023 la Corte dei Conti della Lombardia ha condannato un’ostetrica al risarcimento dei danni all’Asst della Franciacorta, per le conseguenze patite da un bambino che rimase senza ossigeno, poco prima di nascere. La donna deve restituire il 30 % di quanto l’azienda sanitaria ha versato a titolo di risarcimento alla famiglia.
A Roma, il tribunale civile ha condannato un ospedale a versare due milioni di euro a titolo di risarcimento per i danni e le sofferenze patite da un bambino di 11 anni, affetto da tetraparesi distinca e deficit comunicativo, determinati da pratiche non corrette al momento della nascita, nell’estate 2017. Somma a cui si aggiungono 470mila euro in favore dei genitori e 50mila euro per i fratelli.
L’ecografo SensUS Touch, brevettato e commercializzato dalla società Amolab, spin-off del CNR di Lecce, consente di misurare in modo automatico, oggettivo e riproducibile i principali parametri di progressione del feto nel canale del parto. “Questi parametri forniscono informazioni importanti ai fini della gestione del travaglio, soprattutto nei casi in cui si riscontra una difficoltà nella progressione”, spiega il Ceo di Amolab, l’ingegnere Salvatore Calcagnile.
“SensUS Touch supporta il personale in sala parto perché fornisce una valutazione precisa e affidabile della stazione fetale e in questo modo, medici e ostetriche, sono nelle condizioni oggettive di decidere se andare avanti con il parto naturale oppure se è necessario il taglio cesareo”, sottolinea. “Informazioni oggettive e non legate a valutazioni personali permettono di ridurre in maniera notevole gli errori e garantire, di conseguenza, che il momento più bello nella vita di una donna, sia sereno e sicuro, tanto per la partoriente, quanto per il piccolo”.